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Lepore candidato di chi?

Lepore candidato di chi?

4 Febbraio 2016 | by Enzo Colarusso
Lepore candidato di chi?
Politica
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Alla fine spunta il nome di Cosimo Lepore, un mastino in fatto di raccolta voti. Il suo nome è aleggiato sulla conferenza stampa di Abbate, che è poca cosa se paragonata al clima da lunghi coltelli che in questo momento si agita nel Pd. Parrebbe che Fausto Pepe, al quale si chiede uno scatto di coraggio in questo momento fatidico, non ne sapesse molto della presunta candidatura del suo alfiere e che ne avesse preso coscienza durante il meeting lealpepista di ieri l’altro. Lepore candidato di chi? A pensar male si fa peccato ma qualche volta si azzecca. La blandizie sarebbe provenuta da ambienti della maggioranza dem per depotenziare la baldanza dell’opposizione interna, lasciare intendere che è gioco facile fare leva sulle velleità di chi aspira da tempo a cogliere la sua opportunità. Parigi vale sempre bene una messa. Insomma se questo ragionamento ha un suo fondamento la mela avvelenata ha un triplice obiettivo: “scassare” i lealpepisti,  proporre un candidato di comodo che non renda la vita difficile a Raffaele Del Vecchio e al contempo lo preservi dalla iattura della forzata discontinuità con la giunta di cui è vicesindaco; l’altro è addirittura assessore… estromettere Abbate e liquidare la minaccia. Le primarie sarebbero poi la panacea su cui costruire la grande campagna elettorale della maggioranza dem. A rendere ancora più amara a Fausto la due giorni trascorsa anche la storia da chiarire degli elenchi degli iscritti 2014 di cui si sarebbero perse le tracce. Insomma, la confusione regna sovrana ma sembra che sia una confusione pilotata. Abbate turba il sonno dei maggiorenti del Pd, Lepore contribuisce a rasserenarli.  Il sindaco è ad un bivio: assistere alla decimazione della sua corrente minata da una chirurgica operazione di prosciugamento oppure tentare la sortita, rompere l’inizio di assedio decariano e ribaltare la situazione anche assumendosi la responsabilità politica di liquidare per sempre la chimera dell’unità del partito.

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