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Tra De Caro e Pepe vince Raffaele

Tra De Caro e Pepe vince Raffaele

9 Aprile 2016 | by Enzo Colarusso
Tra De Caro e Pepe vince Raffaele
Politica
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Ancora una riflessione sull’accordo a denti strettissimi stipulato giovedi sera in seno al Pd. Per opposte ragioni, entrambi i duellanti hanno dovuto riporre le sciabole già abbondantemente sguainate e trovare un punto di convergenza per salvare la candidatura vacillante del pur bravo Raffaele Del Vecchio. Entrambi hanno dovuto ingoiare amaro. Pepe perchè quasi costretto dai suoi pasdaran, lui avrebbe agito in modo diverso, ma di certo colui il quale è venuto a Canossa più dell’altro è Umberto Del Basso De Caro. Il suo volto tirato, vuoi anche per lo stress cui è sottoposto, alla fine del pacato conciliabolo che ha messo un freno alla deriva piddina, la dice lunga sulla capacità di selfcontrol di uno assai poco abituato a patteggiare con gente che non ritiene del suo rango, figuriamoci a fare passi indietro. E d’altra parte fino a qualche ora prima la sua posizione era incontrovertibilmente orientata alla chiusura. Poi la virata, l’apertura. Che sia stato Nino Del Vecchio ad imporsi, lui sostiene vibratamente che non ci sia stata alcuna discussione, ne tantomeno che siano volate parole grosse, e che anzi rimane dell’idea che il dialogo non fosse da riaprire e allora ci deve spiegare che cosa ci facessimo quella sera tutti li ad attendere, forse ad orecchiare, ciò che poi si è verificato, oppure che la volontà di non distruggere le chances democratiche sia invece stata frutto di un rinsavimento collettivo e di buon senso, a questo punto, è palestra relativa. Resta il dato politico che consente ora, al netto di qualche furbata sempre dietro l’angolo, a Raffaele di concentrarsi sul suo valido e interessante programma di governo cittadino che ha il solo quid legato alla sua sostenibilità. Ma questo è altro discorso. Ora il candidato Del Vecchio, alla luce di queste novità, può concentrarsi sulla sua campagna elettorale, magari integrando i “consigli” della corrente faustina, ma più di tutto elimina il gravame della obbligata discontinuità col recente suo passato che è ancora presente e farsi forte del sostegno di quei consensi che il suo sindaco è ancora in grado di mietere o almeno è potenzialmente in grado di raccogliere. E poi lavoreranno gli apparati che di solito vincono le elezioni e il Pd è il solo partito strutturato presente sulla scena. Insomma, vince il partito, come ebbe a dire Carmine Valentino uscendo dal Pd giovedi sera, e vince Raffaele Del Vecchio; perde a metà De Caro e per chi lo conosce è facile intuire quanta rabbia avrà da smaltire. Ma si consolerà col sostegno di quegli stessi apparati per la sua nuova candidatura del 2018 per la quale ha dovuto, in parte, “ceder lo passo”.

Del Vecchio

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