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Vicenda Melenzio, Valentino e Desiderio faccia a faccia ma senza accordo

Vicenda Melenzio, Valentino e Desiderio faccia a faccia ma senza accordo

5 Maggio 2016 | by Enzo Colarusso
Vicenda Melenzio, Valentino e Desiderio faccia a faccia ma senza accordo
Politica
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In origine era solo un flash mob per richiamare l’attenzione sulla vicenda della biblioteca Melenzio un raduno spontaneo dinanzi la sede del Pd dove sono stati posti libri e post-it per raccontare il moto di protesta civile nei confronti di una decisione, quella di sfrattare la Pro Loco dai locali di proprietà del comune, che ai più è sembrata un atto di imperio ancorchè ammantato anche di ragioni più che legittime. C’era anche Pasquale Viespoli a dare manforte alla posizione di coloro che contestano la chiusura della biblioteca. Come appare ovvio ognuno difende le proprie ragioni. Per Antonio Medici l’augurio è quello che non vi siano ragioni di ritorsione politica viste le ultime vicende legate a Sant’Agata

Desiderio, il direttore della biblioteca Melenzio, racconta una storia amara

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In pieno flash mob ecco che arriva Carmine Valentino che, carte alla mano, da ragioni della sua posizione. Ne scaturisce una confronto a metà tra un tentativo di mediazione ed una conferenza stampa nella quale Valentino ha avanzato delle proposte di nuova governance della biblioteca non trovando però particolare corrispondenza dal fronte opposto

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Che dire di questa storia della Melenzio? Che le ragioni sono come sempre più di una, che si mischiano fra loro e che appare difficile discernere dove finiscono le ragioni dell’uno e cominciano quelle dell’altro. E allora, in definitiva, si può dire che l’aspetto più impattante sia stato quello della negazione di uno spazio culturale che ha preso la scena per intero e che visto il momento politico la questione sia stata un riflettore negativo acceso sul Pd per via della doppia veste di Valentino. Al di la dell’aspetto meramente culturale, sul quale non paiono esserci dubbi su che posizione prendere, è stato controproducente sollevare la questione ora, un errore di valutazione politico che rischia di risucchiare il partito in una spirale pericolosa.

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