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Lanni si dimette, redde rationem nel PD

Lanni si dimette, redde rationem nel PD

25 Giugno 2016 | by Enzo Colarusso
Lanni si dimette, redde rationem nel PD
Politica
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BENEVENTO- Dopo Marcello Palladino anche Nazzareno Lanni rassegna le dimissioni. Il presidente del PD cittadino lascia poche ore dopo il segretario aprendo, forse, la stagione degli azzeramenti degli organi di rappresentanza del partito. Lanni, la mente dei lealpepisti,  se ne va. “La sconfitta netta e forte del PD non può e non deve essere assolutamente minimizzata e vanno ricercate ed analizzate le diverse cause che l’hanno determinata, traendone le conclusioni politiche più giuste e più utili per il rilancio su nuove basi politiche del PD beneventano”, queste le parole a margine della decisione di lasciare. E ancora: ” i numeri della sconfitta al ballottaggio sono tali che richiedono un immediato gesto di umiltà del gruppo dirigente del partito a livello cittadino e provinciale attraverso le dimissioni dagli incarichi di direzione politica ricoperti, in quanto è evidente lo scollamento che questo gruppo dirigente ha prodotto tra la società beneventana ed il PD.  Con coerenza, mi dimetto dalla carica di presidente dell’assemblea cittadina del PD di Benevento, al fine di accelerare i tempi del commissariamento del circolo di Benevento nonché l’azzeramento del tesseramento, indicando, contestualmente, quelle che, a mio giudizio, sono state le principali cause che hanno determinato la pesante sconfitta”. Lanni parla di autoreferenzialità nella scelta delle candidature decise” con un anomalo metodo di consultazione individuale senza un dibattito e un ruolo vero degli organismi dirigenti provinciali e senza lasciare tracce formali che attestassero l’esito delle personali consultazioni”.  Un j’accuse terribile su tutti i fronti quello di Nazzareno Lanni che è anche, si può dire, quello di tutto il gruppo lealpepista a partire dal già sindaco Pepe che domani, nella roiunione al Cattaneo, vestirà i panni dell’untore insieme ad altri rappresentanti dei quali, con molta probabilità, si chiederanno le teste. Lanni torna alle Regionali dello scorso anno trovandoci due segnali inequivocabili: l’autoreferenzialità proterva del gruppo dirigente,  dall’altro un movimento, quello dei 5 Stelle, che esplicitava una domanda di cambiamento raccolta con un ampissimo consenso elettorale. “”Bastavano questi espliciti fatti politici per consigliare una candidatura a sindaco del PD che fosse sintesi vera delle diverse sensibilità presenti nel partito e che andasse verso il bisogno di una discontinuità e di un rinnovamento vero e non solo anagrafico”. Un weekend al calor bianco quello che sta vivendo il PD o per meglio dire il partito uscito a pezzi dalle comunali ultime. Domani al Cattaneo, probabilmente, De Caro e gli altri gerenti del PD proveranno a chiamare in correità, se non proprio sul banco degli imputati, coloro che a parer loro sono i massimi responsabili della sconfitta. Sarebbe auspicabile un bagno di umiltà che molto difficilmente avverrà; molto più probabile un tentativo di preservazione e di controllo del partito non si sa fino a che punto sostenibile.

 

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