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Bombe umbertine

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27 Giugno 2020 | by Enzo Colarusso
Bombe umbertine
Politica
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Chi di voi crede alla favola dell’Umberto lontano dalle passioni del PD,locale e non? A De Caro novello Epicuro, francamente, è complicato credere e di certo non occorreva la dichiarazione resa al Giornale per farci comprendere che il Capataz fosse ancora tale. Perché dietro la sua reprimenda feroce nei confronti del segretario nazionale, attaccato politicamente ma ancor di più sul piano personale, la storia delle intercettazioni col giudice Palamara sulle quali ci dovrebbero essere sviluppi clamorosi, esiste un messaggio assai chiaro lanciato alle anime ribelli e un po disordinate del partito in salsa locale. Lui, Umberto, animato dalla classica aura albagica, non pensa nemmeno minimamente e replicare ai suoi presunti interlocutori nostrani. Lo fa andando al top, mettendo in chiaro la sua avversione nei confronti del “comunista” Zingaretti la cui colpa gravissima, agli occhi di un socialista e ancor di più craxiano, è quella di provenire dalla militanza del PCI quando quel partito metteva ancora un minimo di soggezione. Per Umberto è degno di dirigere una sezione romana del partito e poco altro ma più di tutto ne mette in discussione la trasparenza quando parla delle intercettazioni di Palamara. A memoria un attacco così diretto non si è mai visto, nei confronti di Renzi l’accettazione fu di gran lunga più duttile. Ora, davvero si mette in forse il partito che già così come è, almeno quello sannita che è poi l’espressione che conosciamo meglio, già è in via di dismissione. Incapace di dare senso al proprio stare in politica, incapace di tenere una linea Benevento, esautorato dalla vicenda gota in nome della libertà di azione, ma li c’era addirittura protagonista il segretario provinciale, impegnato seriamente a dilaniarsi per fatti accaduti 5 anni fa e atteso dalla inevitabile trattativa con Mastella per il 2021 esso è sempre più perso nella sua desolazione. Non rimpiangiamo il centralismo democratico ma quello di oggi è il nulla politico in cui ognuno segue la propria traiettoria disinteressandosi delle gerarchie di partito e facendo il ciuffolo che gli pare. E’e resta un notabilato, in cui alla fine Lui resta Lui e gli altri…

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