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PD, torna Del Vecchio e attacca: “Valentino dimettiti”

PD, torna Del Vecchio e attacca: “Valentino dimettiti”

6 Giugno 2021 | by Enzo Colarusso
PD, torna Del Vecchio e attacca: “Valentino dimettiti”
Politica
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Dopo De Pierro e il suo violentissimo attacco al coordinamento provinciale dem definito una sorta di covo di “estremisti” eterodiretti che terrebbe in ostaggio il PD di Benevento ecco che riappare anche Raffaele Del Vecchio, assente dalle cronache politiche da lunga pezza, e di cui si erano un po perse le tracce dopo le Regionali dello scorso settembre. Del Vecchio verga un lungo comunicato bel quale chiede le dimissioni di Carmine Valentino dalla carica di Segretario provinciale.  Anche lui, come il sodale De Pierro, è dell’avviso che il PD del Sannio sia “nelle mani di un ristretto gruppo di dirigenti, i quali agiscono con poteri commissariali come se fossero in possesso di un titolo di proprietà sulla nostra comunità politica. Vige una totale assenza di regole, di trasparenza e di controllo statutariamente garantiti”. E prosegue. “Considerare qualsiasi opinione dissonante quale vero e proprio delitto di lesa maestà ha determinato che anche un minimo conato di dialettica interna debba essere soffocato sin dal principio in modo da evitare il propagarsi delle idee “diverse” tra gli iscritti, al solo e chiaro scopo di preservare consolidate rendite di posizione. Qualsiasi iniziativa tesa a ripristinare un minimo di correttezza e di rispetto del pluralismo viene liquidata con disprezzo ed arroganza.  Il sistematico ricorso all’aggressione verbale anche sulla stampa e alla ritorsione verso chiunque abbia pensieri diversi, è teso a sconsigliare di esprimere dissenso. Gli organismi risultano letteralmente azzerati, il dibattito interno totalmente annichilito, le voci di dissenso soffocate. Una gestione padronale e autoritaria che ha allontanato dal Partito la maggior parte dei nostri Amministratori locali e dirigenti politici.
Risulta intollerabile, poi,  l’auto commissariamento di fatto del Segretario provinciale, il quale a seguito della rovinosa sconfitta elettorale alle ultime elezioni comunali di Sant’Agata de’ Goti – dove si era candidato a Sindaco dopo aver fatto cadere il Sindaco del PD in carica, Giovannina Piccoli – si è letteralmente eclissato. Ma non si è dimesso ed ha delegato completamente le proprie funzioni al vicesegretario e a una coordinatrice, che stanno completando con inaccettabile arroganza l’azione di distruzione dell’unità del Partito. Quello che è accaduto poi in occasione dell’Assemblea provinciale di ieri è inaudito. Così come risulta inaudito che siano stati esclusi dal tesseramento interi circoli e conseguentemente dichiarati decaduti dagli organismi i dirigenti politici regolarmente tesserati presso quei medesimi circoli. Si procede nella piena illegittimità, nella totale assenza di trasparenza, di correttezza e di controllo, come del resto rilevato dal Segretario regionale in una nota dal contenuto inequivocabile. E non aver sentito il dovere di rispettare le indicazioni di Leo Annunziata è stato un atto di irresponsabilità senza precedenti. Questo non è più un Partito, o almeno non è più il nostro Partito Democratico.
Liberarlo da queste incrostazioni e rifondarlo totalmente per ricostruire una comunità politica unita e solidale che torni ad essere utile al territorio sarà il nostro impegno.” Se qualcosa di buono, a prescindere dalle questioni di carattere burocratico, ha prodotto l’Assise di Molinara è proprio quella di avere consentito il ritorno nel dibattito pubblico di protagonisti di cui si era perso il ricordo ma di cui si sentiva l’assoluta urgenza di un punto di vista e vieppiù di una maggiore chiarezza rispetto alle decisioni e alle scelte politiche da intraprendere. Di Raffaele si era intuito, per esempio, nei lunghi mesi di silenzio, di una sua volontà di non ricandidarsi, poi smentirà l’assunto; di De Pierro l’insanabile conflitto con il suo partito, al pari dei colleghi Del Vecchio e Lepore, almeno nelle forme adecariane, e cosa vorrà fare con l’impegno elettorale, se vorrà davvero comporre una lista a favore di Mastella come si vocifera da un pezzo; di Carmine Valentino che al netto delle traversie attuali, iniziate con lo scellerato disegno di far fuori il sindaco del suo paese attraverso una poco chiara azione a tenaglia e di notte e presso un notaio molto vicino a Mastella, può ancora dire la sua e recitare un ruolo di primo piano nel partito; sempre che il congresso di prossima convocazione, tra giugno e luglio, vedrà il partito ancora nelle mani dei De Caro boys. Lui si presenterà come dimissionario, dimesso già di fatto dalla cellula che lo ha blindato all’indomani della sconfitta gota. Da costoro si attendono risposte rapide ed esaustive.

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