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Forza Italia: De Stasio “niet”. Da soli, poi è tutta realpolitik

Forza Italia: De Stasio “niet”. Da soli, poi è tutta realpolitik

11 Giugno 2021 | by Enzo Colarusso
Forza Italia: De Stasio “niet”. Da soli, poi è tutta realpolitik
Politica
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Riflettori politici puntati sul centrodestra. Le piroette di Forza Italia inducono all’impasse e ripiombano nel limbo dell’incertezza la coalizione che è comunque tesa a lasciare la palude e dantescamente portarsi dal “pelago alla riva”. Nel segno di Rosetta De Stasio, la candidata in pectore che il passo laterale di Paolucci ha di fatto proiettato alla guida della coalizione a due cilindri. Il terzo, Forza Italia, da l’impressione di non volere fino in fondo rimettere insieme i cocci di un’alleanza da sempre complessa. La lettera aperta di Federico Paolucci va in direzione di un tentativo di ricomponimento dei rapporti che fa leva sull’assunzione di responsabilità e di buon senso politico che a questo punto si impone come necessario. Paolucci

“In assenza di proposte alternative che possano trovare la condivisione di tutti, scrive Paolucci, mi permetto di invitarvi a riconsiderare le vostre posizioni aventiniane e determinare così le condizioni di un centrodestra veramente unito, forte e vincente”. E tuttavia, la domanda da porsi è forse un’altra. Forza Italia ha davvero intenzione di costruirlo il centrodestra? Qualche dubbio serpeggia e va al di la del nome tout court della De Stasio che non dovrebbe subire contraccolpi. Non sarebbe affatto peregrino ipotizzare una Forza Italia libera da legacci, a mani libere, come ebbe a dire lo stesso segretario Iannace e come ha sottolineato anche Antonio Reale se gli altri due partners dovessero impuntarsi sulla scelta inevitabile della De Stasio. Una decisione che libererebbe gli Azzurri nelle direzioni più disparate, anche verso Mastella. I berlusconiani cominciano a non escluderlo a priori anche in virtù dei contatti tra Mastella e quella parte del Regionale che guarda con gran sospetto alla Lega. Al momento la scelta più probabile è quella di andare da soli, con tanto di simbolo, una corsa solitaria per poi orientarsi dalla parte di chi, al ballottaggio, sempre che ci si arrivi, gode dei vantaggi del pronostico. Una politica attendistica e forse opportunistica cui Mastella presta grande attenzione visrto che il suo obiettivo è sempre quello di spaccare i fronti e ricavarne profitto politico, arte in cui il Ceppalonico eccelle più d’ogne altro.

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