breaking news

De Stasio candidata “in pectore”: “attendo ma non in eterno”

De Stasio candidata “in pectore”: “attendo ma non in eterno”

13 Luglio 2021 | by Enzo Colarusso
De Stasio candidata “in pectore”: “attendo ma non in eterno”
Politica
0

Cirielli dixit: il Nazionale ha deciso di propendere sui candidati civici per aggirare la salve di polemiche e regolare la faccenda delle amministrative. Per il centrodestra si dovrebbe chiudere a breve una stagione a larghi tratti difficile, anzi difficilissima. Lo è stato nelle grandi città e lo è stato nei centri più piccoli. A Benevento Rosetta De Stasio è la candidata ma non è ancora giunta l’ufficializzazione che, a scanso di clamorose piroette, dovrebbe condurre in porto la sua opzione. “Devono decidere i partiti cui ho rimesso la mia candidatura ma non li attenderò in eterno”, ammonisce Rosetta cui la pazienza non manca e neppure il coraggio di prendersi sulle spalle i destini di una coalizione che ha fatto di tutto per alienarsi le residue simpatie di un popolo, quello del centrodestra, che sarà pure in maggioranza ma che da tempo ha preso le distanze da questa classe politica che effettivamente non ha brillato. La paralisi è cominciata subito dopo le Regionali e il leit motiv è stato il tentativo delle tre compagini di rivendicare un primato per se che alla lunga li ha indeboliti. Molto ha influito la inconsistenza strutturale, la mancanza di quadri di partito che un tempo costituivano la base organizzativa che ne governava i processi. Da questo punto di vista Fratelli d’Italia è l’unico dei tre partiti a rifarsi a schemi “antichi”, almeno in parte, gli altri due veleggiano senza sede e senza neppure tante idee. La stessa proposizione della De Stasio è stata frutto di una intuizione della parte civica e per molti aspetti è essa stessa la sconfitta dei partiti, troppo impegnati a costruire tatticismi perdendo di vista il valore dell’unità. Insomma, la diffidenza l’ha  fatta da padrona e potrebbe portare ad una vasta riorganizzazione dei quadri di partito, specialmente in Forza Italia dove di certo non rischiano i Martusciello, i Cesaro o i De Siano ma finiscono col riscuotere “dattero per fico” i vertici locali che ora devono guardarsi dalla sete di rivalsa di Domenico Mauro e dalla voglia di arrivare di Rubano, il sindaco di Puglianello, lesto a fiondarsi a Sorrento da Tajani e assai sottile dal non farsi invischiare dalla contingenza attuale ma abile a gettare le basi della sua eventuale leadership in un partito alla ricerca del consenso smarrito. In definitiva le amministrative di ottobre potrebbero essere il capolinea di una classe dirigente azzurra in difficoltà ma più di tutto l’occasione per una profonda rivisitazione della presenza dei partriti tutti nella società, della loro capacità intermediativa come recita la Costituzione, ma che una sciagurata visione modernista ha relegato a rango di notabilato se non addirittura di contenitore vuoto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *