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Congresso PD, Borghi conferma “l’indice” per i dissidenti

Congresso PD, Borghi conferma “l’indice” per i dissidenti

8 Gennaio 2022 | by Enzo Colarusso
Congresso PD, Borghi conferma “l’indice” per i dissidenti
Politica
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Essere Democratici raus! Non è una novità assoluta ma da come riporta Antonio Corbo dalle colonne di Anteprima la Commissione provinciale per il congresso ha posto il veto alla richiesta di iscrizione dei “reprobi”, Corbo ne riporta un totale di nove, con Del Vecchio in testa e gli altri a ruota. Si attendeva il giudizio di Borghi, il commissario politico, per decidere se l’ostracismo avrà effetti oppure no. E la risposta è arrivata.

Borghi ha fatto sapere di avere ratificato il deliberato della Commissione Provinciale per il Congresso, in funzione di Commissione per il Tesseramento, che era l’organo deputato a esprimersi. “È evidente del resto, dice Borghi, che chiunque abbia, in qualsiasi forma e qualsiasi titolo, agito contro il PD non possa oggi farne parte come se nulla fosse. Pertanto non è possibile accettare le iscrizioni per il 2021 né per il 2022. Eventuali adesioni successive al 2022 saranno oggetto di valutazione alla luce dei comportamenti seguenti.” In altri tempi si sarebbe detto “i compagni che sbagliano” e si sarebbe parlato di “rieducazione”, ma sa molto di Politburò e a Giova non piace affatto. Ipse dixit, il caso è chiuso. Da ciò che si evince è che il clima da lunghi coltelli non si è affatto assopito con la parentesi elettorale piuttosto si è esacerbato ancora di più creando una spaccatura insanabile nel Notabilato di cui i dissidenti erano parte integrante e convinta fino ad un annetto e mezzo fa. Con Mastella il rapporto è ancora saldo, l’elezione di Ciervo alla Rocca lo dimostra, la “convergenza parallela” con Noi di Centro regge. Si è invece annacquato quello col PD regionale, entità semiastratta che non si comprende quale efficacia abbia e al quale, con sinallagmatica responsabilità, Del Vecchio e compagni hanno creduto forse in modo eccessivo dando quasi per certo che da Napoli si sarebbero mossi alla conquista dell’Enclave magari De Luca in testa. La battaglia tra il governatore e De Caro, se si combatte, ha come terreno di scontro Avellino e forse un certo cessate il fuoco si comincia a scorgere, forse. Tutto sta a capire che tipo di servizio sarà reso a Buonopane per avere maggiori certezze. Nel frattempo si registra la manovra ad excludendum dei “rei”, “caccianli i ciel per non essere men belli”… ai quali De Caro rese quasi una sentenza quando accennò che ogni scelta è legittima così come ogni conseguenza è logica. E tuttavia, con o senza la corrente di Essere Democratici appare interessante capire come si evolverà il congresso quando sarà. L’inopinato asse Mortaruolo- Antonella Pepe rappresenta il fattore di novità. Esso caldeggia una “renovatio” delle abitudini, la Pepe lo ha espresso assai pienamente anche dalle nostre tribune: niente al di fuori del congresso, tutto nel congresso, si perdoni lo slogan vagamente “nostalgico”, ma appare chiaro che se l’assise dovrà rappresentare davvero un momento di evoluzione dei costumi metanotabilari, ebbè, appare altrettanto certo che nulla di precostituito dovrà essere sottoposto “ab origine” per essere solo vidimato dalla nomenklatura. Fermo restando che i numeri stanno ancora nelle mano di Umberto molto lascia immaginare che la corsa alla segreteria provinciale, per esempio, passi attraverso un dibattito interno reale; che poi possa concludersi con il pondus umbertino è cosa che può stare nei fatti. Ad ogni modo se ne parlerà tra un mese.

 

 

 

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