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Il giorno dopo

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5 Giugno 2022 | by Enzo Colarusso
Il giorno dopo
Politica
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Ieri l’altro a casa sua alle prese con Vigorito, ieri a Napoli per la convention di Noi di Centro annunciata già nelle giornata del Brancaccio il 4 dicembre scorso. Per Clemente Mastella è un tour de force che le sue precarie condizioni fisiche non impediscono di portare a termine. Andiamo per ordine. Col vulcanico imprenditore ercolanese incassa un sostanziale risultato positivo e cioè la conferma dell’iscrizione al prossimo campionato cadetto del Benevento. Lo aveva detto chiaro ancor prima di incontrarsi col magnate che non avrebbe tollerato la non iscrizione; il suo stellone, il suo viscerale rapporto col ventre molle della società beneventana, quello che gli ha permesso di rivincere, di riffa o di raffa, ne sarebbe uscito ammaccato e in più si sarebbe ritrovato torme di tifosi inferociti anche sull’uscio di casa. No, se Vigorito vuole mollare, ma non ci pensa minimamente, che lo faccia pure ma non scherziamo col popolo tifoso.

Lui, Vigorito, chiede un maggiore “impegno” del sindaco su questioni, diciamo così, più extracalcistiche? Il dialogo, seppur breve, di venerdi ha chiarito che tutto si può accomodare e che una soluzione si trova. Ce lo dirà lo stesso patron, presidente di Confindustria, Editore televisivo e cartaceo lunedi alle 18,30. In una pubblica conferenza stampa? Ma de che. Chi lo vorrà ascoltare dovrà sintonizzarsi sugli schermi di Ottochannel, ca va sans dire…Pretendevate che non si avvalesse di una sua proprietà visto che il Benevento è roba sua? Nemmeno a pensarci. Lo sfiora l’idea che la squadra è patrimonio di tutti ed è un interesse che travalica gli steccati della mera proprietà privata? Meno che mai. Farà, come si legge dal trafiletto del suo giornale telematico, una dichiarazione “senza filtri”, si rivolgerà direttamente ai tifosi e alla Provincia e dirà “urbi et orbi” quello che ha da dire. Nella città dei discorsi di fine d’anno “a reti unificate” del sindaco non si stupisce più nessuno. O tempora o mores e comunque Oreste ci dirà, finalmente, se intende salpare l’ancora nella disperazione generale oppure confesserà che è stato un momento di sconforto e di nervosismo e che proseguirà per altri sedici anni al timone della nave giallorossa. Il popolo tifoso, il cui unico obiettivo è di non tornare a Pagani oppure a Santa Maria Capua Vetere, lo acclamerà come il salvatore della patria pallonara e ne canterà un peana con tanto di tarallucci e vino. E degli striscioni, “per cui tanto reo tempo si volse”, non si ricorderà più nessuno.

Il sindaco. Lui si è goduto una calda giornata napoletana alla Città della Scienza per la convention di Noi di Centro nella quale è tornato a ruggire e non c’è che fare: quando sente aria di palcoscenici superiori fa come l’araba fenice e dilaga. Niente Lega, le distanze sono politiche, culturali ed etiche con Salvini, che fa governo ed opposizione contemporaneamente, un vero portento, e allora il Ceppalonico, che si è messo in mente di rompere le scatole, apre a quel Matteo Renzi che non più tardi di un anno e mezzo fa, quando “nciarmava” sul fronte della crisi del governo Conte, definì un irresponsabile ed uno stralunato perchè il Rottamatore aveva ironizzato sui Responsabili capeggiati da Lui per salvare Conte. Oggi Mastella parla di Margherita 4.0, sti definizioni m’ata credere nun e capisc, e chiama direttamente Renzi. “Mostri coraggio e sia meno tattico. Noi puntiamo sull’idea di questa Margherita 4.0 dopo di che andiamo avanti nei nostri territori come la Campania, la Puglia anche a costo di presentare le liste da soli”. Aspettiamo la risposta del fiorentino, che fino a mo di Mastella e della sua proposta non ha mai accennato, per capire questo formato di Margherita che spessore avrà. Forza Italia? Martusciello, stando al borsino di fine maggio, se potesse lo accopperebbe, politicamente si intende, ma Lui parla direttamente col presidente del Monza e allora… Su Calenda manco a parlarne, insomma sta Margherita 4.0 resta assai nebulosa e l’unica cosa certa è che questo bipolarismo non gli piace e per la verità non è l’unico a cui non piaccia. In un modo o nell’altro Mastella e il suo partitino proseguono in questo mare magno di desolazione politica e con lo sguardo dritto e aperto verso una nuova legge elettorale che si augura sia proporzionale, una delle poche cose che gli potrebbe garantire un ritorno in Parlamento sia pure per interposta persona.

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