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I vecchi e i giovani nel PD adveniente

I vecchi e i giovani nel PD adveniente

2 Ottobre 2022 | by Enzo Colarusso
I vecchi e i giovani nel PD adveniente
Politica
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La stagione delle grandi rese dei conti. Mastella e la sua struttura “ideologica” ma non solo. Nel PD il processo che si va ad aprire e che per molti versi è già in atto, battezza scenari complicatissimi. Se siamo al postnotabilato è ancora tutto da dimostrare, i “termidoriani” del decarianismo che hanno deviato rispetto alla monocrazia egemone fino ad ora, portano avanti la tesi di un partito plurale nel quale convivano diverse impostazioni, in sostanza presagiscono un partito normale. Per farlo Antonella Pepe ed Erasmo Mortaruolo hanno inaugurato la stagione dell’uscita da un certo isolamento nel quale il notabilato ha contribuito a relegare il partito sannita, quasi militarizzandolo nei confronti della asperrima contrapposizione al tandem Mastella-De Luca, e in sostanza inanellando una serie di rovesci che nel corso degli ultimi sei anni ha prodotto il progressivo depauperamento del PD in riferimento alla sua presenza sul territorio. Un partito di pura gestione del potere che ha fatto una enorme fatica a proporsi quando il potere non ce lo ha avuto più finendo per diventare “inutile”, per citare una giusta osservazione di Giancristiano Desiderio, incapace di interpretare i processi di cambiamento e finendo per inaridirsi. Ciò che è accaduto a Benevento, l’opposizione assai blanda con gli stessi protagonisti passati al nemico, è lo specchio più brutalmente fedele di un’assenza di impostazione e di disegno politico che le urne hanno altrettanto brutalmente messo in evidenza. E allora, è questo il tempo di salutare il partito monocrate oppure no? Parrebbe che la situazione lo preveda ma ogni passaggio, ogni crisi, semina il percorso di macerie, senza volere scomodare i massimi sistemi chi preme per prendersi il potere sa bene che chi c’è, quel potere, non lo cede se non combattendo. E questo è il rischio che corre il PD sannita e che cioè De Caro e “li seguaci sui” di farsi da parte non ne abbiano alcuna intenzione, di trasformarsi in “corrente” meno che mai anche perchè ancora in possesso di finanze e voti, e allora ciò che si profila all’orizzonte è una forma inevitabile di lotta continua, in chiaro stigma decariano, che potrebbe impedire quell’accesso alla stagione della ricostruzione che il dato elettorale ha posto sul piatto della bilancia. Al quadro va aggiunto anche il livore personale fortissimo di Umberto nei confronti di chi ha contribuito a quella mancanza di “contendibilità” cavalcando i desiderata del Nazzareno, quasi un golpe interno dopo le designazioni del primo di agosto coram populo. In questo scenario in cui la compagine dei Giovani è uscita non male dall’esame del voto, la controparte sperava nella debacle, diventa, per assurdo, ancora più difficile la pacifica convivenza e allora le parole di Antonella Pepe e cioè la riapertura delle porte del partito a coloro i quali se ne sono allontanati, vedi Perifano che però aspetta il Congresso, suonano come un messaggio chiaro alla corrente dei Vecchi: nel partito postnotabilare c’è posto per tutti.

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