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Distretto idrico e Piano d’Ambito: la scure di Corona

Distretto idrico e Piano d’Ambito: la scure di Corona

21 Gennaio 2023 | by Enzo Colarusso
Distretto idrico e Piano d’Ambito: la scure di Corona
Politica
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Il Piano d’Ambito approvato ieri sera dal Consiglio del distretto idrico sannita. 24 i voti a favore, uno astenuto e uno contrario. Tutto è andato come previsto ma anche tra i 24 che hanno alla fine dato il via libera all’approvazione delle 850 pagine sommariamente esposte dal coordinatore Forgione, ebbè, non tutti erano tanto convinti di quanto andassero a sottoscrivere. In molti serpeggiava perplessità per i tempi ristrettissimi nei quali ci si è mossi, benchè la legge ponesse scadenze improcrastinabili; nessuno si è però posto il problema generale e cioè quello che inerisce e consequenzialmente autorizza l’ingresso dei privati nel profitto legato all’acqua che si vuole pubblica. Senza contare che molti consessi comunali, compreso quello di Benevento, ancora non si sono pronunciati e le comunità di appartenenza, in sostanza, dovranno accettare il fatto compiuto senza poter esprimere nemmeno un giudizio in merito.

Sulla questione interviene Gabriele Corona. Il leader di Altrabenevento è assai critico nei confronti dell’andamento dei fatti.

“La seduta si è svolta, ancora una volta, a porte chiuse senza consentire la presenza del pubblico e della stampa, per decisione illegittima, arbitraria e contraria anche al regolamento dell’EIC, assunta dal coordinatore Pompilio Forgione e condivisa da tutti i 26 membri del Consiglio presenti, compreso i tre sindaci del PD e il rappresentante di Civico22”. Per maggiore completezza la poca stampa presente ha trascorso le due ore e mezza di discussione sul ballatoio al freddo. (ndr)

“Per la città capoluogo il Piano prevede la progressiva sostituzione dell’acqua buonissima del Biferno con quella pessima della Diga di Campolattaro (acqua piovana con i reflui delle aziende agricole e scarichi fognari non depurati), dai costi elevati per il pompaggio e la potabilizzazione che non riuscirà di certo a renderla paragonabile a quella di sorgente. Per i pozzi contaminati di Pezzapiana si conferma l’impianto a carboni attivi, assolutamente inutile per eliminare i picchi elevati di tetracloroetilene, e la successiva sostituzione con acqua del pozzo di Solopaca, molto pesante e costosa.

Queste decisioni sono state assunte a nome dei cittadini di Benevento, senza alcuna discussione preventiva, da sei componenti del Consiglio di distretto nominati dal sindaco Mastella: i consiglieri comunali di Benevento, Alfredo Martignetti, ex assessore al Commercio, Marcello Palladino, del Comitato Pezzapiana), Maria Carmela Mignone, socio della Tecnobios – ex laboratorio di analisi della Gesesa; il consigliere di opposizione a San Nicola Manfredi, Francesco Cilento, tecnico della Teknimond incaricata dal Comune di Benevento di effettuare lo studio di caratterizzazione mai cominciato per contestazioni dell’ARPAC; l’ex consigliere di Telese, Carmine Covelli, sostenitore politico di Sandra Lonardo; Davide Zeppa candidato alle ultime elezioni comunali con Mastella e non eletto.

Il Piano d’Ambito che conferma la scelta del gestore pubblico-privato, è stato votato anche dai sindaci del Partito Democratico, Forni Rossi di Arpaise e Marino di San Marco dei Cavoti, si è invece astenuto Angelo Pepe, sindaco PD di Apice ma solo perché il documento è arrivato tardi, confermando la sua piena condivisione nel merito.

Invece, Silvio Baccari di Civico22 ha votato contro il documento ma non è intervenuto per motivare le ragioni del dissenso. In un comunicato alla stampa ha spiegato che ha votato contro solo perché non ha potuto esaminare il documento nei pochi giorni a disposizione.

Insomma, le otto sigle di sinistra (PD, Civico22, Città aperta, Più Europa, Sinistra Italiana, PER, VERDI, Movimento 5 stelle) che alcuni giorni fa hanno diffuso un documento unitario per chiedere al presidente della Regione più tempo per la costituzione della società pubblico-privata, non sono riusciti a leggere e formulare una valutazione nel merito del Piano d’Ambito (in gran parte noto da oltre un anno) e si sono addirittura divisi al momento del voto nel consiglio di distretto.

Non poteva essere diversamente perché alcuni sono decisamente favorevoli alla privatizzazione dell’acqua mentre altri si professano per l’acqua pubblica ma poi, incapaci di produrre una coerente azione politica sul territorio, si limitano ad occupare sigle ed “attestare l’esistenza in vita” firmando documenti inutili e contraddittori preparati da chi pensa solo a prossimi cartelli elettorali. “

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