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Aggiungi un posto al tavolo che c’è un Abbate in più

Aggiungi un posto al tavolo che c’è un Abbate in più

30 Dicembre 2023 | by Enzo Colarusso
Aggiungi un posto al tavolo che c’è un Abbate in più
Politica
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E Gino torna a casa e non appare una sorpresa per nessuno. Lo avevamo anticipato ieri e la cosa non ha subìto smentite. Il dialogo con Umberto Del Basso De Caro era stato avviato già da un pezzo e questo lo avevamo intuito anche dal reiterato diniego di Umberto che sarà di molte spanne su noi altri ma la cui schematicità è chiara per chi ha imparato a conoscerlo. E così se dice si sottende un ni, ma anche un no, e se dice no fa supporre che il suo orientamento è l’opposto. L’esegesi decariana con Ginettaccio Abbate è andata pressappoco così e sembrava evidente che talune sue virate, prive solo apparentemente di paracadute, ebbè quel paracadute ce lo avevano eccome.

E quindi Abbate si riaffaccia tra i dem a sette anni e mezzo esatti dalla Gran Rottura, politica ma anche di zebedei, per quelle primarie del 2016 in merito alle quali non ottenne soddisfazione rifugiandosi poi nei meandri ceppalonici. Ma di acqua sotto i ponti ne è passata, quel candidato sindaco, Raffaele Del Vecchio, contro il quale Abbate avrebbe voluto concorrere, è ormai da tempo allineato alla “mastellità”, forse in cerca anche lui come altri di approdi stabili e sicuri, e Gino ne è stato anche sodale fino a ieri. In definitiva si volta pagina e ora si torna a marciare compatti.

Lui, Ginettaccio, etichetta che quelli del PD vorrebbero evitare visti i precedenti, si guarda bene dallo scendere nei dettagli ma la sua presenza a Viale Mellusi ci solleva da qualsiasi altra domanda inutile; è tornato a casa e potrà, se le condizioni lo permetteranno, organizzarsi la sua grande avventura di cui non fa affatto mistero, la corsa a sindaco quando sarà. E allora al diavolo il pregiatissimo scranno regionale, c’è ora da lavorare sodo per il sogno e anche se appare prematura è quella la sua grande aspirazione e se permettete con Gino abbiamo avuto frequentazioni numerose in questi ultimi anni per poterlo affermare senza troppi giri di parole. Magari a qualcuno del PD può suonare stonato ma il partito deficita di personalità e lo si è visto bene e allora si riprende una delle sue pedine fondamentali in città e un medico in famiglia è sempre bene avercelo.

Parafrasando Vasco, “siamo ancora qua”, Abbate introduce le sue considerazioni.  “Il ritorno nel PD è anche un incontro in mezzo al deserto delle rappresentanze, rarefazione di progetti a Benevento e provincia, un luogo dove poter discutere di economia rurale, cultura, sanità, aree interne, dovremo immaginare un percorso che porti al futuro a dialogare a livello provinciale per poter dare il nostro contributo” Ovviamente affronta l’argomento Mastella e non sarebbe stato possibile il contrario. “Ho sempre cercato il confronto ma ai diktat ho sempre reagito con veemenza, dal punto di vista personale vado d’accordo con tutti e rispetto a tutti. Mastella ha fatto altre scelte, tipo quella di andare verso Italia viva, e ciò fa naufragare l’interesse civico che ci aveva caratterizzato. Io sono un uomo di sinistra e non mi muovo da dove sto.”

Appare scontato che il ritorno di Abbate nel Pd segna anche la secessione di Francesco Farese dalle falangi mastelliste. Ci eravamo permessi di essere presaghi sulle mosse del brillante consigliere comunale, assente oggi al PD perchè influenzato, e cioè un suo graduale allontanamento dalla maggioranza che regge Mastella magari aderendo al gruppo misto dove troverà la piacevole compagnia di Gerardo Giorgione e di Antonio Picariello, che per chi bazzicasse poco le stanze di Via Annunziata è ivi relegato nonostante la sua lealtà a Mastella s’è andata vieppiù rafforzando negli ultimi tempi.

E tuttavia, la presenza del figliuol prodigo non è stato l’unico motivo di interesse della conferenza stampa di stamane. Giovanni Cacciano, nella sua relazione introduttiva, ha spiegato il “Neue Kurs” che segnerà il partito, il lavoro svolto in questo travagliatissimo 2023 e quello che sarà il 2024.

Cacciano non sarà Bismark ma di certo è compos sui. Sotto lo sguardo attento e solo apparentemente distaccato di De Caro, ha parlato di “massima apertura e ri-connessione territoriale del partito” citando lo sforzo ecumenico nei confronti delle componenti politiche di matrice diversa, si riferisce alla presidente Rosa Razzano su cui c’è stata scelta unanime, “e per prima volta nella storia locale, inclusione negli organismi dirigenti del PD sannita di autorevoli profili esterni provenienti dai mondi della cultura, dell’associazionismo e della cooperazione.”

Cacciano ha citato il nuovo spirito del rapporto con De Luca, la Festa dell’Unità Provinciale riportata a Benevento dopo oltre 20 anni, il lavoro indefesso per una Alleanza Territoriale di nuovo conio “che partendo dai partiti e dai movimenti del centro sinistra classico si estenda al Civismo, all’impegno Associativo e alle tante Esperienze ed Intelligenze locali con l’obiettivo di proporre ai Cittadini una fattiva prospettiva di governo alternativa al fallimento delle attuali governances della città capoluogo e della provincia.”

La lunga relazione del segretario, geloso custode delle liturgie di partito e delle procedure di cui s’è persa ogni traccia al mondo d’oggi, è poi passato ai colpi da 90 nei confronti del mastellismo. ” Città e Provincia che non sono mai state così simbioticamente omologate, pervase dal medesimo smarrimento, private di qualsiasi orizzonte programmatico e di sviluppo, ripiegate su sé stesse e sulla mera gestione del potere come, purtroppo, i clamori della cronaca nazionale hanno evidenziato sulla vicenda dei concorsi. Ci auguriamo che i medesimi clamori -e non solo- non debbano ripetersi ed esplodere causa improbabili selezioni di noti (ex) protagonisti delle vicende politiche elevati al rango di dirigenti pubblici tramite “colloquio”, bypassando nei fatti il consueto vaglio per “titoli ed esami”. Chiediamo, pertanto, che la Provincia di Benevento annulli e revochi i bandi in questione.”

 

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