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Fucci-PD, ai toni si fanno aspri. La replica del penalista in sette punti

Fucci-PD, ai toni si fanno aspri. La replica del penalista in sette punti

7 Aprile 2024 | by Enzo Colarusso
Fucci-PD, ai toni si fanno aspri. La replica del penalista in sette punti
Politica
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Non si è fatta attendere la risposta di Vittorio Fucci Jr nei confronti della presa di posizione del PD che ha reagito all’addio del professionista airolano attraverso un duro commento affidato a Diego Ruggiero, segretario del partito ad Airola. Fucci utilizza un tono non meno duro e trattandosi di conterranei entra nei particolari politici del suo interlocutore, che non ritiene tale però, ma sostanzialmente ribadisce con una ampia dissertazione in sette punti le ragioni che lo hanno indotto ad abbracciare “deideologicamente” la Lega di Salvini.

“Premesso che Ruggiero Diego non è stato mai mio interlocutore politico, nemmeno nella breve vicenda Pd, non mi sembra la persona adatta a fare appunti visto che la sua storia politico-familiare ha avuto evoluzioni che hanno avuto inizio nel Partito Liberale, passando per il Movimento Sociale Italiano, partito di estrema destra, fino ad arrivare al Pd. Quanto alle inopportune ed errate, nonché confuse considerazioni del Ruggiero, tengo a sottolineare le mie argomentazioni.

1) Che io da persona di centro e di tradizione cattolico-democratica, ho avuto, rimanendone poi deluso, una breve esperienza nel Pd, al quale non ho più rinnovato la mia adesione, allorquando l’ indirizzo e la guida politica, nella persona dell’ Onorevole Letta, era marcatamente centrista e cattolico- democratica, contribuendo, in quel momento storico, a quella scelta anche la mia immensa stima per l’ ex Premier Prof. Mario Draghi, persona di indubbio valore mondiale.

2) Quando poi la evoluzione interna del Pd, tradendo la volontà degli iscritti, sulla base di discutibili primarie, ha eletto l’ On. Elly Schlein, determinandosi uno spostamento del Pd ad evoluzioni quasi di estrema sinistra e perdendosi del tutto la matrice centrista e cattolico-democratica (vedasi la fuoruscita dei centristi come Fioroni, etc…), ho avvertito una profonda inconciliabilità politica-culturale con una realtà che non era quella per la quale avevo scelto di aderire al Pd.

3) Ferme restando la bontà e le qualità personali degli uomini dell’ establishment che gestiva e gestisce il Pd provinciale, non ho intravisto l’ alito di un rinnovamento, nemmeno con l’ avvento della Schelin. È stato impedita perfino la celebrazione di un libero congresso provinciale, determinandosi il venir meno delle condizioni perché, con la mia storia, potessi più condividere la permanenza nel Pd, dove la logica gattopardesca, nella quale opera Ruggiero, era l’ unico programma percepibile.

4) Il Ruggiero, ancora una volta, ha fornito una versione mistificatrice delle cose visto che i suoi ricorsi, contro le tessere presuntivambte attribuirli alla mia persona, sono stati bocciati dalla Commissione di Garanzia Provinciale e successivamente da quella Nazionale, di cui non ero componente.

5) Quanto alla partecipazione degli iscritti di Airola alla Primarie, che fu comunque nutrita, si annoverava proprio la mancanza di quella parte che si rifaceva a lui e che apparentemente sosteneva Bonaccini, ma sostanzialmente, rimanendo perdente ad Airola, votava Schelin, così come fece pubblicamente una stretta parente del Ruggiero.

6) A Ruggiero poi consiglio di rendersi conto che il radicamento non si fa con la sua logica da circolo della briscola, né con ideologismi spesso offuscati, ma con l’ attrazione che riescono a determinare le persone per i loro valori e la loro storia nell’ interesse del territorio. Di qui la rilevanza di chi anche potendosi spostare verso nuovi lidi riesce ad essere seguito per la sua disponibilità e serietà. Il radicamento territoriale non è affidato al fascino dei simboli nazionali, ma al valore e alla credibilità delle persone che operano sul territorio.

7) La mia scelta, che sancisce il ritorno nel centrodestra, è motivata dalla certezza che solo la politica del fare, che abbia una serie visione della risoluzione dei problemi, può rappresentare una politica seria che opera per il bene comune. Oggi all’ Italia, ed in particolare alle zone interne della nostra Campania, manicano elementari e fondamentali infrastrutture stradali, indispensabili per evitare il definitivo tracollo demografico e poter sperare in uno sviluppo che possa portare investimenti ed occupazione, così da evitare che tanti giovani ogni giorno lascino la nostra Campania ed in particolare il nostro Sannio.

Dopo 40 anni durante i quali l’ Italia non ha rinnovato più le sue infrastrutture, essendo le opere esistenti risalenti a quelle che furono realizzate dai governi democristiani, nel panorama politico italiano vi è l’ attuale Vice-Presidente del Consiglio e Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini che ha messo mano ad una rivoluzionaria ed importante programmazione per la realizzazione di infrastrutture che saranno vitali anche per il Sud ed in particolare per il Sannio.”

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