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Sant’Agata de’Goti| A scuola di Archeologia per scoprire e valorizzare il territorio

Sant’Agata de’Goti| A scuola di Archeologia per scoprire e valorizzare il territorio

18 Ottobre 2016 | by redazione
Sant’Agata de’Goti| A scuola di Archeologia per scoprire e valorizzare il territorio
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16 ragazzi dell’istituto “de’ Liguori” hanno preso parte all’attività di scavo presso l’anfiteatro laterizio di Nola

di Vincenzo De Rosa

Si sono rimboccati le maniche e come dei giovani ed intrepidi Indiana Jones si sono calati nei resti dell’anfiteatro laterizio di Nola. Così 14 ragazzi del liceo Classico di Sant’Agata de’ Goti hanno potuto vivere l’esperienza di uno scavo archeologico grazie al progetto di alternanza scuola-lavoro “Per una storia accessibile” voluto dall’istituto “de’ Liguori” e realizzato in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica Campana. Obiettivo dichiarato: far maturare nei ragazzi un approccio all’Archeologia come scienza storica che restituisce la memoria e valorizza il territorio.

Il progetto di 75 ore (di queste 44 dedicate all’attività di scavo) che ha visto protagonisti gli studenti della “III A” guidati dal loro tutor interno, la professoressa Mena Moscato, archeologa di professione, è stato presentato nel corso di un incontro pubblico sabato 15 ottobre presso la sede di via Sant’Antonio Abate dell’istituto santagatese.

Partito dallo studio dell’antica Saticula e della popolazione dei Sanniti, il progetto ha visto anche uno stage di 20 ore presso la chiesa di San Francesco di Sant’Agata de’ Goti dove era allestita la mostra archeologica “Stirpe di Draghi”.

“Abbiamo superato – ha spiegato la professoressa Moscato – una serie innumerevole di difficoltà di piccola o grande entità, ma abbiamo portato a termine un’esperienza che non è rimasta sulla carta, ma ha dato ai ragazzi la possibilità di toccare con mano una realtà lavorativa come quella dell’archeologia, che presenta varie sfaccettature, è complessa, per molti anacronistica e improduttiva, ma che ci si augura possa diventare una delle risorse principali di occupazione di uno Stato illuminato, quale purtroppo ancora non siamo”.

“Anche rendersi conto a questa età, a 16 anni, dell’importanza dei beni culturali di questo paese, dello stato in cui sono abbandonati, dello sforzo spesso di un singolo eroe per valorizzare e restituire alla comunità civile la sua identità storica, la consapevolezza dunque di quanto alcuni lavori siano più che sottovalutati, può diventare – ha concluso il docente – una semina fruttuosa che produrrà adulti più sensibili e più rispettosi nei confronti del nostro ricco patrimonio culturale. E già a sedici anni molti di loro hanno provato una rabbia autentica dinanzi alle condizioni critiche in cui deve sopravvivere l’archeologia italiana”.

Nel corso della presentazione la Moscato ha ringraziato il dirigente Maria Rosaria Icolaro, il dottor Mario Cesarano, funzionario dell’ufficio di Nola della Soprintedenza campana, la dottoressa Angela Ascierto, archeologa e consigliere al Comune di Sant’Agata de’ Goti, i docenti Russo, Suppa e Tollerante.

 

 

 

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