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Benevento, siamo ancora tutti in attesa di conoscere la vera identità

Benevento, siamo ancora tutti in attesa di conoscere la vera identità

29 Ottobre 2020 | by Antonio Martone
Benevento, siamo ancora tutti in attesa di conoscere la vera identità
Benevento Calcio
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Indubbiamente la coppa interessa marginalmente rispetto al campionato, anche se appare del tutto fuori luogo e quasi stucchevole fare paragoni con l’anno scorso, ricordando che dopo l’eliminazione clamorosa ad opera del Monza poi ci fu il trionfo in campionato… Il calcio non vive di similitudini o di analogie o di superstizione, ma di concretezza. La pesante sconfitta registrata contro l’Empoli di millennial generation, invece, non può assolutamente essere presa come un incidente di percorso o un pomeriggio di scarsa concentrazione, ma al contrario va analizzata con grande attenzione in tutti i suoi risvolti. Sì perchè quando si perde con le grandi si dice che non erano quelle le gare da vincere e poi quando accade con formazioni di serie inferiore e per giunta imbottite di ragazzi dal 1998 al 2001 (vi prego di visionare la distinta dei toscani)  si passa a parlare di motivazioni mancanti o distrazioni.

Ci permettiamo di dire, invece, che la realtà è ben diversa e che a questo Benevento, al di là dei 6 punti raccolti in 2 delle 5 gare di campionato che costituiscono per una matricola un buon bottino e una dote sulla quale si sta campando quasi di rendita, ancora non ha una sua identità, nonostante un mercato che a detta della stessa società e dello staff tecnico è stato più che soddisfacente ed una serie A che grazie al cammino record della scorsa stagione si è potuto programmare a partire da marzo nonostante il lockdown. L’involuzione o meglio la mancata integrazione di queste giornate creano interrogativi ed alimentano determinati dubbi sui quali bisogna lavorare non con buonismo o con alibi ed attenuanti. Ad esempio c’è il discorso della difesa che ha incassato in 6 gare ufficiali ben 18 gol, la media di 3 per partita, senza contare pali e traverse degli avversari. Probabilmente è un dato che riguarda oltre a dei singoli anche l’assetto generale. Forse, le nostre sono ipotesi. Inoltre si paga anche lo scotto di una squadra che in tanti elementi non è ancora pronta fisicamente non per un difetto di preparazione, ma sicuramente o forse di predisposizione perchè già sofferenti e non integri o non votati a quel calcio che prevede l’inizio della fase difensiva sin dai suoi attaccanti. Si è sempre detto e scritto che in A oltre alla tecnica ed all’esperienza per poter ben figurare c’è bisogno della giusta fisicità ed un certo atletismo. Senza voler fare nomi perchè è antipatico e non siamo affatto alla fase dei processi perchè la stagione è appena iniziata, ma andate a verificare cosa c’è all’interno della rosa e probabilmente da qui si possono attuare dei discorsi o iniziare a farli al di là di errori che purtroppo fin qui non sono mancati e che sono evitabili. Per non parlare di un centrocampo costituito da un terzetto di volenterosi, ma che lascia un po’ a desiderare come idee e qualità. Giusto per comprenderci ce la caviamo con un esempio. A lungo si è inseguito Bonaventura, dopo che l’ex milanista ha fatto altre scelte è stato preso uno con le sue caratteristiche?

Per ora ci fermiamo così sperando che la strapazzata incassata con l’Empoli faccia riflettere e costituisca uno stimolo per cercare di migliorare o di cambiare sempre se ci sono le possibilità anche perchè questo sogno che si sta vivendo non vogliamo che diventi un incubo per omissioni o leggerezza o presunzione.

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