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Benevento, Andreoletti: “Vedo una squadra viva. Il gruppo può essere la chiave delle nostre vittorie”

Benevento, Andreoletti: “Vedo una squadra viva. Il gruppo può essere la chiave delle nostre vittorie”

16 Settembre 2023 | by Domenico Passaro
Benevento, Andreoletti: “Vedo una squadra viva. Il gruppo può essere la chiave delle nostre vittorie”
Benevento Calcio
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Verso il derby di Caserta, ha parlato il tecnico del Benevento, Matteo Andreoletti:

“La Casertana ha fatto un mercato importante. Oltre gli stimoli del derby, l’avversario ha giocatori importantissimi. Non sarà facile, mi aspetto un approccio forte. Se siamo noi un cantiere aperto, loro lo saranno più di noi e l’incognite sull’avversario ora sono tante. Caserta è un campo ostico ma proveremo a sfatare questo tabù. Non sarà una passeggiata, non mi aspetto prestazione tecnico tattica eccezionale, ma mi piacerebbe continuare a vedere una squadra viva. Di volta in volta mi piacerebbe vedere una crescita anche nella manovra. Dobbiamo arriva. Abbiamo lavorato in termini mentali e tecnici in settimana”.

Il rientro di Tello: “E’ in gruppo, in settimana ha fatto un discorso alla squadra che è piaciuto molto. Ha qualità di categoria superiore, mi auguro ci dia una grande mano”.

Assenze e scelte: “Ci mancano giocatori importanti. Probabilmente giocherò a tre, in questo momento devo cambiare il meno possibile. Terranova e Ciciretti stanno crescendo, hanno qualità importanti, ma ovviamente hanno un minutaggio limitato”.

Simonetti: “E’ un giocatore che secondo me nel ruolo di mezzala può darci una grande mano e sono convinto che dall’inizio o in corsa potrà dare un supporto importante”.

Sistema di gioco: “Abbiamo trovato una buona quadra e sarebbe stupido ora cercare qualcosa di particolare. Devo mettere quanti più giocatori possibili in ruoli congeniali. Talia ha fatto bene, poi bisogna valutare le condizioni dei giocatori, obiettivamente credo che lui davanti la difesa possa essere ora una buona soluzione. Nonostante l’assenza di Agazzi, siamo ben coperti in quel ruolo. Vedo ampissimi margini di miglioramento nella fase di possesso, siamo più avanti in quella di non possesso”.

Sulla difesa: “Viscardi è tra quelli che mi hanno più impressionato, se è rimasto è perché abbiamo visto delle qualità non comuni. Valuto a 360 gradi la scelta, mettere un 2004 dall’inizio in un derby può creare più svantaggi che altro, ma è anche vero che i giovani vanno messi in campo. Mi piacerebbe dagli spazio, ma nel momento giusto. Il mio compito è tutelarli laddove riesco. Quando la squadra cresce e migliora, mettere un tassello cambia poco, ma ora devo cambiare il meno possibile in una squadra che deve crescere”.

Su tutti i giovani: “E’ giusto parlar chiaro con i ragazzi. Sono un allenatore diretto, meglio la verità. C’è una rosa ampia e con parecchi ragazzi che potenzialmente potranno essere giocatori da Benevento, qualcuno è più vicino, altri meno. Lavoro con uno staff di livello e stiamo cercando con loro di creare un percorso alternativa, che comprenda dei supplementi rispetto agli allenamenti, per accelerare il loro percorso di maturazione”.

Sul gruppo: “Questa squadra non può essere favorita. Solo sul gruppo ci potrà permettere di fare un campionato importante. Sotto la cenere c’è qualcosa che arde, ci sono tanti giocatori che hanno un ruolo importante in questa squadra. Con questi punti di riferimento possiamo fare tanto, tra questi giocatori c’è anche Tello e ne sono contento. Paleari quando sono arrivato non è che impazzisse per restare a Benevento, così come tanti altri, poi attraverso il lavoro ed il clima creato lui ha fatto uno switch ed è diventato un punto di riferimento dello spogliatoio. Non mi aspetto da lui solo rendimento tecnico, ma anche mentale. Chiedo tanto tutti i giorni, non sono ancora soddisfatto di come la squadra è in campo. La mia idea di Benevento è lontana da quella che ora possiamo proporre, ma il passaggio non può essere immediato ed avvera con lavoro e partite. Mi tengo stretto l’atteggiamento. L’aspetto realizzativo è un po’ deficitario ora, ma creiamo. Credo sia un aspetto di mentalità più che tecnico“.

 

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