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Benevento, saluta De Zerbi. Il tecnico: “Decisione presa dopo il Cagliari”

Benevento, saluta De Zerbi. Il tecnico: “Decisione presa dopo il Cagliari”

18 Maggio 2018 | by Alberto Tranfa
Benevento, saluta De Zerbi. Il tecnico: “Decisione presa dopo il Cagliari”
Benevento Calcio
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Domenica ultima gara della stagione per il Benevento che al Bentegodi saluterà la serie A. Ma è la giornata nella quale Roberto De Zerbi svela il suo futuro

“Non è un segreto il fatto che io l’anno prossimo  non sarò io l’allenatore del Benevento – anticipa tutti il tecnico bresciano –  Io non penso che dopo una retrocessione si possa partire dallo stesso allenatore. L’ho detto anche alla società, ho fatto anche delle ricerche per verificare altri casi. Ho trovato solo due casi Colomba e Agostinelli, quest’ultimo nel 1995-1996. Non so se è la scelta giusta, ma so che questa è la decisione presa in buona fede. Una decisione presa dopo la gara contro il Cagliari. Tutto questo tempo è servito sia per confrontarci con la società ma anche per non far arrivare nulla alla squadra. Non è stata una decisione facile, in passato già ho preso una decisione di pancia che di cervello e ne sono uscito male. Ho preferito fare un discorso più di testa che di rapporti. Io e il mio staff siamo stati trattati benissimo e siamo molto legati”

Ricordo della città e del popolo: “Quando sono venuto qui  sapevo che non ero ben visto per i trascorsi con il Foggia. E invece sono stato trattato bene, domenica mi sono emozionato. Io qui a Benevento sono venuto con la speranza di poterci salvare e tutta la squadra, compreso i miei collaboratori, di più non potevamo dare. Io me ne vado qui con la consapevolezza che di più non potevo dare. Non credo si possa ripartire dalla delusioni, nonostante l’entusiasmo degli ultimi mesi. Ripartire voleva dire vincere il campionato a settembre ma i campionati si vincono a maggio, ad aprile. Per questo ho preso questa decisione”

Benevento “Economicamente una squadra cosi forte è difficile trovarla. Io sento la stima della società. Probabilmente il fatto di sentirmi tanto legato, non ha portato ad una rottura. Non lo volevo e non lo voglio.
Nel girone di ritorno abbiamo fatto 17 punti, dopo la gara contro il Chievo avevo detto che servivano 30 punti e ci sono state partite nelle quali meritavamo di più. Ai ragazzi ho detto che fino alla partita contro la Lazio io ci credevo soprattutto pensando che nelle partite precedenti  avevamo fatto 11 punti”

Salvezza: “Ho rifiutato tre anni di contratto di una squadra di serie A perchè non mi trovavo nei programmi. Quattro giorni prima di andare al Las Palmas, con il mio staff là, ho rinunciato. Potevo tornare a Palermo e non l’ho fatto. Non so cosa avrei fatto ma ripartire dopo una retrocessione non so se avrei saputo gestire la situazione. Rincorre qualcosa che si è perso non fa parte della mia concezione di lavoro”

La decisione nello specifico: “Non sempre si sono viste squadre retrocesse con orgoglio come il Benevento. Arrivare in questa situazione è costato grossa energia.Quando ho il calcio, ho tante energie, il problema è quando non c’è l’ho. La prima partita in serie B, dopo una stagione e una retrocessione del genere, sarebbe pesante. Bisognerà essere “vergini”, non sarebbe facile dopo sei mesi spingendo al massimo nonostante le sconfitte, sentendosi in parte responsabile di questa retrocessione. A 39 anni bisogna fermarsi, il posto giusto al momento sbagliato. Non ho la presunzione di pensare che tutta Benevento possa darmi ragione, ci tengo però che non si usino sotterfugi o scuse di altre squadre. Ci sono stati solo approcci, il primo a sapere dove andrò sarà Vigorito, il secondo Foggia. Pensavo di poter fare trenta punti nel girone di ritorno e fare un miracolo, questa era una mia idea e se qualcuno non mi crede non è un problema mio”.

Ipotesi ritorno: “Da domenica sera Vigorito sarà un mio amico. Dire oggi che in un futuro potrei ritornare qui, è come prendere una scorciatoia o dei consensi. So che negli altri posti non mi sono lasciato come mi sono lasciato qui”

Motivazioni: “Non si può convincere tutti, e neanche voglio farlo. Se uno si ferma un attimo a valutare il mio passato nota che sono state tutte scelte coraggiose. Da Foggia a Palermo fino a Benevento, tutte scelte coraggiose. Andare in Liga e sedermi su una panchina di un campionato prestigioso non è per me. Non mi è passato per la testa l’idea di non vincere. Vigorito mi ha detto che il Benevento non dovrà avere l’assillo di vincere il prossimo campionato. A prescindere da questo, non mi sembra che a Benevento c’è stata una gara per prendersi la panchina della squadra ultima in classifica, io sapevo che il Benevento sarebbe andato sul mercato e cercato di fare le scelte per salvarsi”

Gratificazioni“E’ stato gratificante non solo allenare giocatori di livello, ma anche giovani di talento come Brignola. La squadra delle ultime partite mi rende orgoglioso, per i ragazzi che sono e per la voglia che ci hanno messo, per i valori che hanno e per come hanno sofferto nelle sconfitte” ”

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Ripartire: “Era un motivo per rimanere, l’ho tenuto in conto ma l’altra motivazione che mi spinge ad andare via esiste. Se avessi detto che andavo via per un’altra squadra e per rimanere in A sarebbe stato più facile nel mondo di oggi. Purtroppo o per fortuna io dico il mio pensiero, la mia verità. Ognuno si sceglie come meglio crede la propria carriera. Qualcuno mi ha chiamato ma siamo ancora distanti, siamo solo agli approcci”

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