breaking news

Gli Stati Generali della Montagna e il neo protagonismo delle comunità montane

Gli Stati Generali della Montagna e il neo protagonismo delle comunità montane

27 Luglio 2020 | by Domenico Letizia
Gli Stati Generali della Montagna e il neo protagonismo delle comunità montane
Attualità
0

La pandemia sanitaria ha mutato gli equilibri degli spostamenti durante il fine settimana e per l’imminente stagione estiva. Un peso centrale ritorna ad averlo la montagna e la comunità montana. Il 24 e il 25 luglio vi sono stati gli Stati Generali della Montagna, con l’intervento del ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia: “Cambiare algoritmi ma non chiudere scuole e punti nascita in montagna. L’emergenza Covid-19 ci ha chiarito ancora una volta che alcuni diritti universali non sono negoziabili ma vengono prima dei vincoli di bilancio e lo Stato deve garantirli a tutti: salute e scuola su tutti”.  Agli Stati generali della montagna, svoltosi a Roccaraso, hanno partecipato anche la ministra per l’Innovazione, Paola Pisano, e il ministro per il Sud, Peppe Provenzano. La due giorni di Roccaraso ha visto sia sessioni di lavoro in plenaria che lavori di gruppo su tematiche inerenti la sostenibilità, la resilienza, la green economy, la digitalizzazione. Minimo comune denominatore, la montagna e le strategie di rilancio del tessuto montano per il post-coronavirus. L’obiettivo è stato quello di stimolare il confronto tra i rappresentanti delle istituzioni, degli enti locali e i principali stakeholder dei territori montani. “Dopo le analisi è arrivato il momento di affrontare in modo concreto i problemi che affliggono le aree montane e periferiche. Mi auguro che da questa due giorni venga fuori un’agenda veloce che segni un cambio di passo anche sulle risorse, a partire dai 160 milioni di euro stanziati dalla legge per i piccoli Comuni ancora fermi al palo. Servono misure concrete, come quelle suggerite da Anci nell’Agenda controesodo, dalla fiscalità di vantaggio alla banda larga, la telefonia fissa e mobile, sino al ripristino e potenziamento dei servizi essenziali, in primis scuola e sanità territoriale”, ha evidenziato, durante i lavori, il coordinatore nazionale dei piccoli Comuni dell’Anci Massimo Castelli. La pandemia ha dimostrato che abbandonare i territori e concentrare tutto nelle grandi città non è funzionale a nessuno ed è divenuto importante evidenziare e ribadire la necessità di coniugare le politiche territoriali in senso complessivo, riducendo le distanze tra i centri periferici e le aree urbane, in una nuova grande visione per il futuro di tutto il Paese. Il bisogno di una vera ripartenza si misura anche guardando alle misure varate dall’Europa per superare le difficoltà di questa fase implementando politiche territoriali legate alla green economy e alla valorizzazione dei territori montani. “Le Camere di commercio per non lasciare sole le imprese, hanno rafforzato il dialogo con le forze produttive dei propri territori e, usando risorse proprie, hanno avviato primi interventi per aiutare le imprese nel delicato passaggio dalla fase della gestione del lockdown a quella della progressiva ripartenza, senza dimenticare le imprese e le comunità lontane dai luoghi urbani“, ha ribadito Mario Pozza, vicepresidente di Unioncamere. La montagna torna ad avere un ruolo centrale per la promozione di politiche sostenibili e per il rafforzamento di un sistema che genera economia e ricchezza. Un’opportunità per riflettere su come rilanciare anche i territori interni della Regione Campania.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *