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Avellino| Sfiducia a Ciampi, consiglio il 24. Ma il fronte dell’opposzione si spacca

Avellino| Sfiducia a Ciampi, consiglio il 24. Ma il fronte dell’opposzione si spacca

9 Novembre 2018 | by Redazione Av
Avellino| Sfiducia a Ciampi, consiglio il 24. Ma il fronte dell’opposzione si spacca
Politica
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La conferenza dei capigruppo calendarizza la discussione sulla mozione di sfiducia in consiglio comunale per il 24 novembre ma lo stesso fronte dell’opposizione che aveva firmato il documento rischia di spaccarsi. Fondamentale appare il parere dei Revisori dei Conti sulla proposta di dissesto avanzata dalla giunta del sindaco Ciampi. Centrali per le sorti della consiliatura, infatti, saranno i tempi in cui l’organo di controllo contabile si esprimerà sulla delicata questione. Il tutto mentre sembra certa una nuova diffida prefettizia dopo quella sul consuntivo 2017. Questa volta sotto l’occhio vigile di Palazzo di Governo sarebbe finita l’approvazione degli equilibri di bilancio, proprio rispetto al documento economico-finanziario passato sabato scorso. Ma anche qui il destino dell’amministrazione del Comune di Avellino appare legato a filo doppio con le procedure per ripianare i conti dell’ente. L’eventuale default, infatti, non prevede l’approvazione degli equilibri, diversamente dal pre-dissesto. Dunque, si rischia lo scioglimento anche in caso di bocciatura della delibera di dissesto visto che non c’è ancora un piano B.

Nel frattempo regna il caos sulle posizioni da assumere e sulla tempistica delle due delicatissime scelte che, in ogni caso, determineranno conseguenze importanti per la città. Per Dino Preziosi, capogruppo de “La Svola inizia da te”, e Luca Cipriano di “Mai Più”, prevale la necessità di chiudere l’operazione verità sui conti dell’ente, rispetto alla volontà conclamata di mandare a casa sindaco e compagni. La soluzione, quindi, sarebbe ritirare la mozione e presentarla in un secondo momento, comunque a stretto giro.

Contrari a questa ipotesi, però, sono Enza Ambrosone per il Pd e Gianluca Festa per “Davvero”, che dicono “no” al ritiro dell’atto e si professano pronti ad andare avanti sul percorso della sfiducia, anche perché, affermano, “i revisori dei conti potrebbero pure esprimersi tra 2 o 3 mesi”.

Della stessa idea Nicola Giordano, dei Popolari, che ribadisce la volontà di staccare la spina entro la data stabilita.

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