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Mastelliani di ieri e di oggi ai ferri corti

Mastelliani di ieri e di oggi ai ferri corti

17 Luglio 2021 | by Enzo Colarusso
Mastelliani di ieri e di oggi ai ferri corti
Politica
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Di tanto in tanto e vieppiù in campagna elettorale torna a fare capolino l’annosa vicenda del voto di Fausto Pepe alle amministrative del 2016, quello del ballottaggio. Il già sindaco votò per Mastella oppure no, tirò un brutto scherzo a Raffaele Del Vecchio oppure lo sostenne? La questione è come l’interrogativo del “navigare necesse est” che Pazzaglia poneva all’interno del salotto “naif” di Quelli della Notte, vi ricordate? Ah saperlo…era la risposta canonica all’amletico quesito. Se Fausto davvero votò Mastella non lo sapremo mai e allora non ci resta che attenerci alle sue assicurazioni, chi scrive ha provato a chiederglielo a più riprese, che mai e poi mai tradì la causa per ripicca nei confronti dell’establishment decariano verso cui pur nutriva sentimenti di avversione amabilmente ricambiati. E dato che siamo in campagna elettorale e le dichiarazioni vanno come l’acqua e ad azzuffarsi sono le seconde linee, a volte anche le terze e le quarte, non ce ne vogliano i duellanti in questione, eccoti la nota di Renato Parente, insieme ad Antonio Orafo e a qualche altro “cervello pensante”, grand commis del Ceppalonico. Parente giura di rinfrescare la memoria a quanti ce l’hanno offuscata. “Pepe fa davvero rabbrividire quando parla di etica e di imbrogli”, attacca il Rasputin mastelliano, e lo accusa di avere tradito Mastella nel 2009 (ndr) passando ad altro partito. Per la verità Pepe non passò al PD, se si intende questo per altro partito, se non nel 2013 o meglio aderì lui si ma non “Lealtà per Benevento” il gruppo di cui era leader e di cui fece parte anche Cosimo Lepore ora componente della triade che appoggia Mastella e Gigi Scarinzi anche lui passato sotto le egide ceppaloniche. “Pepe abbia il coraggio di confessare pubblicamente; non lo fece alla luce del sole, ma pugnalando alle spalle il suo vicesindaco per dieci anni”. Vicesindaco che sconfitto alle elezioni da Mastella ora contribuisce a fare la lista per il sindaco in carica. La politica batte sentieri spesso indecifrabili per i comuni mortali. Parente si dice certo che chi è abituato a tradire non smetterà mai e mette in guardia Perifano dalle insidie e dai trabocchetti del Dottor Faust. “A Benevento, piaccia o meno, si sta realizzando nuovamente una coalizione di centrosinistra, che, con sigle diverse, rappresenta quella che fin dal 1998 consentì l’elezione di Carmine Nardone alla Presidenza della Provincia e nel 2006 l’elezione a sindaco proprio di Fausto Pepe”. E qui Parente ammette tra le righe che Mastella c’era “ab urbe condita”, cosa inconfutabile, e allora appare complicato che possa dirsi “alibi” dalle macerie del passato visto che in quel passato ha agito da protagonista. Ma siamo nell’ambito della contumelia elettorale nella quale tutto è lecito, tutto è consentito.
Anche la replica del Pepe si iscrive a questo registro. Egli si stupisce del fatto che ad una sua critica sulla presenza a Benevento di Leo Annunziata abbia risposto Parente. Al di la delle già dibattute ragioni che spinsero il sindaco del decennato a non seguire Mastella nel suo tentativo di golpe, l’altro con eguale risultato negativo lo tentò alla Provincia, Pepe controbatte su più versanti. Sul voto a Mastella nel 2016 la replica lascia tutte aperte le ambiguità di cui Parente è stato ultimo corifeo. Pepe si limita a dire che Del Vecchio non era all’altezza del compito e che il risultato del primo turno, e quello del secondo turno, lo hanno solo confermato. Non dice se ha votato contro o a favore e il dubbio ce lo porteremo appresso a lungo. Poi attacca Parente sul piano politico e personale. “Ricorda come e quando, ma soprattutto perché, lui che è stato eletto in una coalizione di centro destra, si ritrova ora nel centro sinistra? Che ruolo svolge nel partito di Mastella “Noi Campani”, e che ruolo in particolare per Mastella? Questo lo chiedo soprattutto perché alla Provincia di Benevento, Renato Parente, è stato nominato, a titolo oneroso, nell’ufficio di staff del Presidente Di Maria, pur essendo un consigliere comunale di maggioranza della Città. Un consigliere comunale che vota per un Presidente di provincia, non può essere nominato nello staff dello stesso e dallo stesso, non funziona così, e questo proprio per ribadire il concetto iniziale che ha fatto molto “rabbrividire” Parente, e cioè “che quando in politica non c’è etica, non resta che l’imbroglio”. Pepe incalza. “Visto che il sig. Renato Parente percepisce i soldi dei contribuenti alla Provincia di Benevento chiarisca come mai si sono persi soldi destinati alla scuola, come nel caso dei 2,5 milioni di euro destinati all’Istituto “Bosco Lucarelli”, o anche perché risulta bloccato il finanziamento di 5 milioni di euro per l’Istituto Galilei sempre di Benevento. Forse che in quest’ultimo caso c’è di mezzo l’area interessata al Progetto di Finanza Lumode?” Bella contesa questa fra mastelliani di ieri e di oggi.

 

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